Oasis in Corea del Sud: Tra fama leggendaria e controversie prima del concerto

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Oasis in Corea del Sud: Tra fama leggendaria e controversie prima del concerto

Sungmin Jung · 21 ottobre 2025 alle ore 3:29

La leggenda del rock britannico Oasis è pronta a tornare in Corea del Sud dopo 16 anni, ma l'entusiasmo dei fan è offuscato da una crescente controversia.

Il malcontento del pubblico nasce da dichiarazioni razziste e storicamente insensibili da parte della band. All'inizio di agosto, Oasis ha pubblicato sui propri canali social un'immagine che ricordava la bandiera militare giapponese (욱일기), a pochi giorni dalla Festa dell'Indipendenza coreana (15 agosto).

Questa rappresentazione ha causato profonda delusione e rabbia tra i fan coreani, poiché la bandiera è considerata un simbolo del militarismo giapponese e un monito di atrocità storiche. Nonostante l'immagine controversa sia stata rimossa, Oasis non ha fornito scuse ufficiali o spiegazioni, aumentando ulteriormente la delusione.

L'incidente non è isolato. Solo un mese prima, Liam Gallagher aveva suscitato scalpore utilizzando sul suo account personale il termine dispregiativo "Chingchong", un insulto razzista rivolto agli asiatici. Le sue iniziali risposte evasive alle critiche hanno ulteriormente alimentato la rabbia dei fan.

Questi ripetuti incidenti sollevano dubbi sull'intenzionalità e danneggiano gravemente l'immagine degli Oasis come band rock leggendaria.

Ora, in vista del concerto del 21 ottobre presso lo stadio di Ilsan, l'attenzione non è rivolta solo alla musica. Sarà fondamentale osservare come gli Oasis affronteranno queste controversie. La band riuscirà a riconquistare la fiducia dei fan delusi con sincerità e rispetto, o questo attesissimo ritorno sarà ricordato come un concerto di chiusura delle comunicazioni?

I netizen coreani sono divisi. Alcuni fan sperano ancora nella musica e vogliono vedere la band dal vivo, nonostante gli episodi. Altri sono profondamente delusi dalla mancanza di scuse ufficiali e ritengono inaccettabile tale mancanza di rispetto verso la storia coreana, suggerendo un boicottaggio del concerto.

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