Conversazione tra leader all'APEC accende le speranze per la fine del 'ban Hallyu' in Cina

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Conversazione tra leader all'APEC accende le speranze per la fine del 'ban Hallyu' in Cina

Seungho Yoo · 4 novembre 2025 alle ore 21:16

Una conversazione apparentemente casuale tra il presidente sudcoreano Lee Jae-myung e il presidente cinese Xi Jinping durante la cena di benvenuto dell'APEC del 1° novembre ha acceso le speranze per la fine del divieto sui media e l'intrattenimento sudcoreani in Cina, noto come 'Hallyu Ban'.

Durante l'evento, mentre una farfalla di carta svolazzava, Lee ha osservato: "Le farfalle di solito volano in silenzio. Spero che l'anno prossimo si possa creare una vera farfalla". Xi Jinping ha risposto scherzosamente: "Forse dovremmo creare una farfalla che canta?". Più tardi, raccontando la conversazione, Xi ha affermato: "Ho detto che sarebbe bello se questa bellissima farfalla volasse fino a Xiamen (sede del prossimo summit APEC) e cantasse lì".

Questa metafora, che ricorda l'aneddoto di Zhuangzi sulla "farfalla nel sogno", ha portato a interpretazioni secondo cui la "farfalla" potrebbe simboleggiare l'"Hallyu" (la Korean Wave). Il punto centrale è il desiderio che il K-pop risuoni a Xiamen, rafforzando le aspettative di un allentamento del lungo divieto.

Il mercato cinese dell'intrattenimento è vasto, con oltre 30 locali in grado di ospitare più di 50.000 persone, e la domanda di K-pop tra i giovani rimane esplosiva. Le agenzie K-pop sudcoreane potrebbero aspettarsi un aumento delle vendite di centinaia di miliardi di won se il divieto venisse revocato. La Cina, a sua volta, potrebbe rendersi conto di non poter ignorare la "K-culture che porta denaro" per stimolare la propria economia.

Per le agenzie sudcoreane di piccole e medie dimensioni, la situazione è disperata. Le loro "fonti di guadagno" in patria e all'estero si sono quasi prosciugate. Con concerti che si tengono quasi ogni giorno all'estero, c'è poco spazio per nuovi artisti. La Cina, rimasta chiusa per così tanto tempo, è considerata l'unica via d'uscita.

"La Cina è rimasta chiusa così a lungo che l'intera industria dei concerti è sull'orlo del collasso. La revoca dell'Hallyu Ban è l'unica speranza per le piccole agenzie", ha commentato un rappresentante del settore. Ha aggiunto: "Da ottobre a dicembre è bassa stagione per l'uscita di album da parte di nuovi artisti, ma tutte le agenzie stanno lanciando album. Questo riflette l'aspettativa che la Cina si aprirà".

Sebbene una revoca completa dell'Hallyu Ban non sia ancora confermata, l'impennata dei compensi degli artisti cinesi è un indicatore notevole. La Cina ha limitato non solo gli artisti coreani ma anche quelli stranieri, aumentando la rarità dei talenti nazionali. Già nel 2016, i compensi degli artisti cinesi rappresentavano il 70% dei costi di produzione, un aumento drastico rispetto al 20-30% degli attori coreani o di Hollywood.

"Ci è stato riferito che i compensi degli artisti cinesi privi di adeguate capacità sono eccessivi e le loro richieste sono estreme. La Corea è più economica e i talenti sono eccellenti. Una parte del pubblico cinese desidera la revoca dell'Hallyu Ban", ha aggiunto l'informatore.

Tuttavia, ci sono anche lati negativi. Nonostante numerosi colloqui dal 2016, la porta per l'Hallyu in Cina è rimasta chiusa. In particolare, la natura libera e individualista del K-pop contrasta con l'enfasi sul "patriottismo" e "collettivismo" nel sistema comunista cinese, creando sfide per il governo cinese.

La forte politica di controllo del governo cinese è diventata evidente nella regolamentazione della cultura dei fan del K-pop. Nel 2021, le autorità cinesi hanno lanciato l'operazione speciale "Qinglang" ("Clear and Bright"), una forte "repressione dell'economia dei fan", che includeva il divieto di votazioni a pagamento nei talent show e l'abolizione delle classifiche di popolarità delle celebrità. All'epoca, i grandi account Weibo di idol coreani come BTS e IU furono sospesi per "irrazionale adorazione delle star".

Un rappresentante dell'industria dell'intrattenimento ha osservato: "Ci sono state ripetute promesse, ma nulla è cambiato. Il punto cruciale è il permesso di concerti con più di 5.000 posti. Al momento si tengono fan meeting in cui non si canta. Speriamo ardentemente nella revoca dell'Hallyu Ban, ma ci sono ancora troppi fattori di incertezza per essere completamente ottimisti".

I netizen coreani hanno reagito alla notizia con un misto di speranza e scetticismo. Molti hanno espresso gioia per la possibilità che il K-pop possa tornare popolare in Cina, ricordando i "bei vecchi tempi". Tuttavia, alcuni hanno anche espresso preoccupazione, dicendo: "Abbiamo già sentito tutto questo molte volte. Speriamo che questa volta sia diverso".

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