
Park Joong-hoon debutta come scrittore: "L'ho scritto con il cuore"
L'acclamato attore Park Joong-hoon, un'icona del cinema coreano, ha fatto il suo ingresso nel mondo della scrittura con la pubblicazione del suo nuovo saggio, "Non pentirti". Il libro, guidato dal suo motto di vita "Rifletti, ma non pentirti", promette di offrire uno sguardo sincero sulle gioie e i dolori che hanno segnato il suo percorso verso lo status di "Attore Nazionale".
Durante una recente conferenza stampa a Seoul, Park ha espresso la sua emozione per questo nuovo capitolo, paragonandola all'eccitazione del suo debutto come attore nel 1986. "Mi sento lusingato di essere chiamato scrittore, anche se mi chiedo se scriverò mai più di un libro in tutta la mia vita", ha scherzato con il suo caratteristico carisma.
L'opera, che ripercorre l'intera sua carriera nell'industria dell'intrattenimento, iniziata nel 1986 con il film "Kambo", è un viaggio intimo. Racconta la sua infanzia, i sogni di diventare attore, e attraversa i suoi numerosi successi come "My Love, My Bride", "To Kill My Wife" e la serie "Two Cops".
Sebbene il libro indichi che Park abbia scritto "ai piedi del Daegwallyeong", ha rivelato ridendo che in realtà ha scritto presso lo Yongpyong Resort, dove possiede una casa. "A pochi passi dal mio cortile c'è la montagna", ha spiegato. "Ma 'Yongpyong Resort' potrebbe non suonare così poetico, quindi abbiamo aggiunto 'Daegwallyeong' e l'editore ha aggiunto 'ai piedi'. Questo mi fa sembrare una persona riflessiva, ahah."
Questa schietta onestà e naturalezza sono uno dei motivi per cui la nazione ama Park Joong-hoon. Ha scritto con lo stesso spirito. Le sue narrazioni si leggono come un diario aperto, che trasporta il lettore senza sforzo da un aneddoto all'altro, offrendo uno sguardo autentico sulla vita dell'uomo che si definisce un "uomo fortunato".
Questa onestà si estende anche alla discussione sull'incidente legato alla marijuana del 1994, che all'epoca causò scalpore. "Pensavo che sarebbe stato poco credibile raccontare solo storie di successo", ha spiegato. "Il passato, il presente e il futuro mi appartengono. Nel bene o nel male, sono tutte cose che ho fatto. Proprio come il cemento si solidifica attraverso la miscela di ghiaia e sabbia, è importante imparare a gestire e superare gli errori."
Un altro tema di spicco è la sua "eterna collaborazione" con Ahn Sung-ki, commemorata nel capitolo "My Star, Ahn Sung-ki". I due hanno mostrato un'intesa sullo schermo indimenticabile in film come "Chilsu and Mansu", "Two Cops", "Nowhere to Hide" e "Radio Star".
"Mi chiedo come sarebbe nato 'Radio Star', il nostro ultimo film insieme, se la nostra connessione personale e amicizia non fossero esistite", ha riflettuto Park. "È il mio stimato mentore, un amico intimo e come un padre."
Purtroppo, Park non vede il suo collaboratore di lunga data Ahn Sung-ki, che sta attualmente combattendo la leucemia, da oltre un anno. Alla domanda sulla salute di Ahn Sung-ki, Park ha risposto con rammarico: "Non è qualcosa che si può nascondere. Sta piuttosto male." Ha aggiunto che Ahn Sung-ki non è attualmente in grado di ricevere chiamate o messaggi e che si informa sulle sue condizioni tramite la famiglia. "Anche se lo dico con calma, mi rende molto triste."
I netizen coreani hanno accolto con entusiasmo il debutto letterario di Park Joong-hoon. Molti hanno elogiato la sua onestà e il coraggio nell'affrontare argomenti difficili. "È così rinfrescante leggere i suoi veri pensieri, non solo quelli edulcorati", ha commentato un utente, mentre un altro ha aggiunto: "Non vedo l'ora di conoscere le sue esperienze di vita attraverso le sue parole."