Italia: 'Il Tempo del Mostro' su SBS svela la vera storia del serial killer che ha terrorizzato la Corea del Sud

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Italia: 'Il Tempo del Mostro' su SBS svela la vera storia del serial killer che ha terrorizzato la Corea del Sud

Doyoon Jang · 9 novembre 2025 alle ore 23:45

La quarta e ultima puntata del documentario crime di SBS, 'Il Tempo del Mostro' (괴물의 시간), ha approfondito il caso di Choi Se-yong, un serial killer le cui azioni sulle Filippine hanno ispirato il film 'The Roundup' (titolo originale: '범죄도시2'). La trasmissione, incentrata sui rapimenti di massa e sugli omicidi perpetrati da Choi, ha conquistato il primo posto tra i generi non-drama, registrando un picco di ascolti del 2,95% (secondo i dati Nielsen Korea per i nuclei familiari dell'area metropolitana).

Choi Se-yong, descritto come il "CEO di una fabbrica di omicidi", ha pianificato ed eseguito i suoi crimini tra il 2008 e il 2012 nelle Filippine. Le sue vittime erano coreani in visita per studio o turismo. Fingendosi disponibile ad aiutare con lo studio dell'inglese o con visite turistiche, li attirava in trappole, spesso spacciandosi per proprietario di pensioni. Si stima che abbia rapito almeno 19 persone e ne abbia uccise 7. Quattro delle sue vittime risultano ancora disperse, le loro famiglie vivono in uno stato di dolore continuo.

Il documentario ha esplorato anche il passato travagliato di Choi. Il fratello minore ha ricordato che Choi "non era uno che poteva uccidere o fare cose del genere", ma le azioni di Choi raccontano un'altra storia. Cresciuto con un padre giocatore d'azzardo, Choi si trasferì da solo a Seoul all'età di 14 anni, dove imparò il mestiere del furto. La sua giovinezza fu segnata da ripetute condanne detentive per furti aggravati. Ironicamente, si dice che Choi abbia studiato diligentemente in prigione, ottenendo persino i diplomi di scuola superiore, il che suggerisce una mente acuta. Intuì presto il potenziale dei cybercafé e propose al fratello di aprirne uno.

Choi spesso evitava di commettere personalmente i crimini. Invece, usava pressione psicologica e manipolazione per controllare i complici. Anche nei furti per la sua attività di cybercafé pianificata, sceglieva gli obiettivi e lasciava che altri facessero il lavoro sporco. Impiegava il "gaslighting" per dominare i suoi complici e mise in scena una macabra "performance" uccidendo una persona davanti a un potenziale socio d'affari per intimidirlo. Il partner, terrorizzato, descrisse Choi come qualcuno "capace di qualsiasi cosa in qualsiasi momento". Un altro complice, Kim Seong-gon, affermò di non aver potuto sfuggire a Choi ed era "costantemente perseguitato".

L'accuratezza di Choi si manifestava in ogni fase dei suoi crimini. Quando le indagini contro di lui si intensificarono, si procurò un passaporto falso trovando un sosia e facendogli persino indossare i suoi caratteristici occhiali neri da vista per la foto. Invece di usare telefoni cellulari, utilizzava walkie-talkie per evitare di lasciare tracce. Il suo avvocato d'ufficio lo descrisse come "veramente come una macchina, senza cambiamenti emotivi", mentre un procuratore lo definì "freddo e astuto", capace di comprendere le domande e usare le "migliori scuse o bugie", che sembravano una "sceneggiatura".

La trasmissione ha ritratto in modo toccante il dolore delle famiglie. I genitori di Yoon Cheol-wan, una delle vittime il cui corpo non è mai stato ritrovato, si sono recati nelle Filippine per cercare il figlio. Le loro disperate ricerche nel presunto luogo di sepoltura e nell'ultimo alloggio del figlio hanno commosso profondamente gli spettatori. Lo stesso Choi Se-yong continua a tentare di scaricare la colpa su un complice deceduto, affermando che si trattasse di un crimine individuale.

"Il Tempo del Mostro" ha chiarito che la storia di Choi non si conclude con la sua condanna all'ergastolo. L'allora procuratore ha sottolineato che Choi probabilmente continua a cercare vie per la revisione del processo o la libertà condizionale, e che le "lotte legali sono ancora in corso". Ciò suggerisce che la sua oscura storia non è ancora finita e che la sua spietata avidità potrebbe riemergere in qualsiasi momento.

La serie documentaristica di quattro parti, "Il Tempo del Mostro", è stata acclamata per la sua rappresentazione innovativa dei crimini e ha raggiunto il primo posto nelle classifiche Netflix coreane per i contenuti non-drama.

I netizen coreani hanno espresso orrore per la brutalità dei crimini di Choi Se-yong e la paura persistente che egli incuteva. Molti hanno commentato che il documentario ha dipinto un quadro chiaro della sua "mente geniale ma corrotta" e che è spaventoso come manipolasse i suoi complici. Ci sono state anche richieste di sostegno alle vittime e alle loro famiglie, il cui calvario continua a causa delle dispute legali in corso.

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