K-Content sotto attacco: Streaming illegali e merchandising contraffatto minacciano l'onda Hallyu

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K-Content sotto attacco: Streaming illegali e merchandising contraffatto minacciano l'onda Hallyu

Eunji Choi · 15 novembre 2025 alle ore 6:03

L'industria sudcoreana dell'intrattenimento lancia l'allarme! Dopo la pubblicazione non autorizzata di intere stagioni di popolari serie OTT come "Dear X" (TVING) e "Physical: Asia" (Netflix), insieme alle voci su "Squid Game 3", il settore K-content si trova ad affrontare una grave crisi del copyright.

Secondo recenti rapporti, gli episodi completi di "Dear X" sono accessibili tramite siti di streaming illegali di facile reperimento e vengono offerti gratuitamente. Anche la serie Netflix "Physical: Asia" è stata caricata illegalmente poco dopo la sua uscita. Queste piattaforme cambiano costantemente i loro nomi di dominio per aggirare i blocchi e dispongono di community online che condividono continuamente nuovi link. Si stanno trasformando in "cinematografi live illegali", superando persino i servizi OTT ufficiali.

L'industria OTT è in stato di massima allerta. Lo streaming illegale non è solo una violazione del copyright, ma un colpo diretto al modello di business basato su abbonamento delle piattaforme. Netflix, TVING, Disney+ e Wavve lamentano già perdite annuali per miliardi di won. Le stime del settore indicano che il danno all'industria coreana dei contenuti a causa di violazioni del copyright ammonta a circa 5 trilioni di won (circa 3,5 miliardi di euro) all'anno.

La situazione in Cina è particolarmente preoccupante. Sebbene Netflix non sia ufficialmente disponibile nel paese, "Squid Game 3" si sta diffondendo attraverso canali illegali. Contemporaneamente, sulle piattaforme di shopping cinesi come AliExpress vengono venduti articoli contraffatti, tra cui magliette con l'immagine di Lee Jung-jae e costumi della serie.

Il professor Seo Kyeong-deok della Sungshin Women's University ha criticato duramente tali pratiche: "Azioni che includono non solo lo streaming illegale, ma anche la violazione dei diritti di immagine, sono un furto all'industria culturale coreana".

La difficoltà nel contrastare questa diffusione illegale risiede nei server situati all'estero e nei domini in continuo cambiamento. Anche con la cooperazione di aziende OTT e autorità governative, blocchi efficaci sono quasi impossibili senza la collaborazione dei provider di hosting stranieri. Pertanto, l'industria chiede una cooperazione internazionale che vada oltre le singole misure e crei una sorta di "alleanza globale per il copyright".

Come possibili soluzioni, si discute dell'uso di tecnologie di intelligenza artificiale per il rilevamento in tempo reale degli hash video (identificatori univoci) e delle richieste immediate di rimozione sulle piattaforme estere. Si sta anche promuovendo l'implementazione congiunta di watermark digitali da parte dei provider OTT per tracciare la fonte originale della copia illegale.

Gli esperti avvertono: "Nel momento in cui gli spettatori illegali rimangono solo consumatori, l'ecosistema K-content crollerà". La diffusione del K-content non è solo un incidente, ma un riflesso della crisi strutturale che l'industria culturale coreana sta affrontando. L'obiettivo più urgente è la creazione di un "sistema di protezione dell'ecosistema del copyright" globale. Poiché i semplici blocchi possono essere facilmente aggirati cambiando dominio, le soluzioni per preservare il fondamento dell'ecosistema dei contenuti si riducono a un'"alleanza globale per il copyright", a tecnologie di tracciamento tramite IA e al rafforzamento della cooperazione interstatale.

I netizen coreani reagiscono alla notizia con rabbia e preoccupazione. Molti commentano che è "insopportabile" vedere il duro lavoro di artisti e produttori essere così disprezzato. Altri chiedono pene più severe e una migliore cooperazione internazionale per fermare tali attività illegali, sottolineando che "questo non è solo un problema per l'industria, è un attacco alla nostra cultura".

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